Il Laghetto di Basiglio

Il territorio del Parco Agricolo Sud Milano è costellato da numerosi laghi di cava, circa una settantina. Questi bacini vengono originati dal prelievo di materiali, quali sabbia e ghiaia, in aree dove la falda freatica è molto superficiale e prossima al piano di campagna. Quando l’estrazione, regolata da norme regionali, viene interrotta, i laghi di cava rimangono spesso in abbandono o sono destinati ad aree per la pesca sportiva, preclusi alla libera fruizione e sottoposti generalmente ad una gestione lesiva della vegetazione naturale che ne blocca le potenzialità naturalistiche.
I laghi di cava sono molto frequentati dalla fauna, soprattutto dagli uccelli acquatici e, più in generale, possono divenire ambienti di grande interesse naturalistico e paesaggistico attraverso semplici interventi di rinaturalizzazione. Ne consegue che la riqualificazione dei laghi di cava è un tema di grande interesse, soprattutto in un parco periurbano, come il Parco Agricolo Sud Milano, povero di aree naturali; i laghi, infatti, se opportunamente gestiti, possono trasformarsi in luoghi privilegiati per la fruizione e l’osservazione della fauna. Il lago di Basiglio, dopo essere rimasto in abbandono per alcuni anni in seguito alla cessazione dell’attività estrattiva, è stato recentemente acquistato dal Parco Sud Milano allo scopo di realizzare un intervento di riqualificazione, mirato soprattutto ad accrescere le sue potenzialità nei confronti dell’avifauna.

La proprietà, costituita dallo specchio d’acqua e da una fascia più o meno ampia lungo le rive, per un totale di ca. 26 ettari, è stata oggetto di un importante progetto di riqualificazione nell’ambito di un programma più vasto, finanziato dalla Regione Lombardia, che ha consentito il recupero di 19 diversi siti del Parco.


La scelta è caduta sul lago di Basiglio in quanto i censimenti dell'avifauna acquatica svernante che il Parco esegue, a partire dal 1999 anche allo scopo di comprendere e monitorare l’importanza naturalistica delle zone umide, hanno ampiamente dimostrato che il lago di Basiglio è uno dei più importanti siti di svernamento dell’intero territorio del Parco.



Dai censimenti condotti in gennaio nel lago dal 1999 al 2009, si evidenzia che la specie più comune è il germano reale, seguita dalla folaga, dallo svasso maggiore e dal gabbiano comune. Numerosi inoltre gli avvistamenti di Airone cenerino, Cicogna, Nitticora, Tarabusino, Cavaliere d'Italia, Sgarza, ed altri uccelli acquatici. Il loro numero è oscillante di anno in anno e si va da un minimo di 178 uccelli nel 1999, al picco massimo, registrato nel 2004, di ben 1027 uccelli acquatici presenti.


In generale, i laghi di cava presentano alcune caratteristiche ambientali che non favoriscono l’insediamento di vegetazione naturale e conseguentemente di fauna. Cessata l’attività estrattiva, infatti, si presentano come dei corpi idrici piuttosto profondi (20-40 m), spesso oligotrofi, con sponde molto inclinate è piuttosto rettilinee. La loro riqualificazione deve quindi prevedere la riprofilatura delle sponde, con riduzione della pendenza, per consentire alla vegetazione palustre di insediarsi, e la modifica del loro andamento, attraverso la realizzazione di piccole baie, penisole e isole.



Nel progetto eseguito dal Parco al lago di Basiglio si è tenuto conto, di questi semplici principi, e nei punti ove è stato possibile sono state modificate le sponde. Inoltre, nei tratti in cui il canneto a Phragmites australis era invaso da vegetazione arborea, costituita soprattutto da esemplari di specie esotiche, sono stati eliminati alcuni alberi, col fine di dare la possibilità al canneto di svilupparsi al meglio.

Il miglioramento ambientale e l'incremento delle popolazioni di uccelli acquatici è stato perseguito anche con altri semplici interventi, tra cui la realizzazione di siepi con specie autoctone intorno al bacino, con funzione di barriera vegetale a protezione dall’eventuale disturbo antropico e il mascheramento del sentiero perimetrale sul lato nord del lago mediante un’incannucciata, interrotta da feritoie per osservare gli uccelli a breve distanza senza causare alcun disturbo.


E’ stato, inoltre, realizzato un capanno di osservazione sopraelevato in un punto particolarmente suggestivo, dal quale la vista spazia per buona parte del lago, in quanto tra le finalità del progetto vi è quella di favorire le attività legate al birdwatching.


Nella parte nord orientale del lago è stato, poi, realizzato un piccolo arboreto con esemplari di alberi e arbusti, appartenenti alle principali specie autoctone della pianura, corredato con schede con la descrizione botanica delle piante.

Lo scopo del progetto, realizzato in collaborazione con l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (E.R.S.A.F.) e la D.G. Qualità dell’Ambiente della Regione Lombardia, è in ultima analisi quello di dimostrare che la fruizione e la conservazione di un ambiente non sono in contrasto tra loro, ma che con opportuni accorgimenti, è sempre possibile trovare un punto di contatto tra le esigenze dei fruitori e quelle della fauna selvatica.


Il processo di miglioramento e riqualificazione non può, però, considerarsi concluso. Nell’area, purtroppo, si assiste ancora a comportamenti negativi quali l’abbandono di rifiuti, l’accensione di fuochi per pic-nic improvvisati, il vandalismo, l’abbandono di attrezzature da pesca, fili e ami, che mettono a repentaglio la vita degli animali acquatici, l’abbandono di testuggini palustri esotiche, divenute letteralmente infestanti, tutti problemi che occorrerà fronteggiare meglio nei prossimi anni.

La manutenzione dell’area pone, quindi, problematiche non facilmente risolvibili se non con l’impiego di ingenti risorse finanziarie che, stante l’attuale situazione delle finanze pubbliche, sono sempre più difficilmente reperibili.
Alla fine del 2007, poi, si è manifestato un episodio di inquinamento delle acque con la morte di alcuni pesci, per il quale ci si è mobilitati affinché nel futuro non si riproponga.

Nonostante le problematiche citate, il lago di Basiglio negli ultimi anni è passato dallo stato di totale abbandono alla valorizzazione, raggiunta attraverso un progetto di acquisizione e riqualificazione ambientale e, soprattutto, con il riconoscimento di una funzione pubblica. Il processo di valorizzazione intrapreso dal Parco, seppure lentamente, condurrà negli anni ad un miglioramento della qualità ambientale del lago e delle sue rive.

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